"Eletto ma non proclamato" (cit.) (Sul ricorso al Tar per la vicenda del seggio regionale sottratto a +Europa)

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A seguito del deposito del ricorso avvenuto ieri, riguardante il seggio sottratto nella circoscrizione di Roma alla lista +Europa con Emma Bonino nelle ultime Elezioni regionali del Lazio, il Tar ha fissato poco fa l’udienza per il 5 giugno prossimo per la discussione.

In qualità di candidato della lista a cui doveva essere assegnato quel seggio, quale parte interessata, oltre che come elettore, ho presentato ricorso al Tar per far dichiarare l’illegittimità di quella sottrazione ed essere proclamato eletto.

La nuova legge elettorale che si applica per la prima volta, infatti, è stata male interpretata dall’Ufficio centrale regionale costituito presso la Corte di Appello di Roma. Il premio dei dieci seggi, che doveva essere distribuito alle liste della coalizione del Presidente vincente con metodo proporzionale, è stato invece distribuito quasi integralmente al Partito democratico che ha così cannibalizzato il 90% del premio (nove seggi su dieci) a danno delle altre liste di coalizione.

Nonostante il seggio sia stato assegnato inizialmente alla nostra lista +Europa con Emma Bonino, nella circoscrizione di Roma, l’Ufficio centrale regionale ha sottratto (come testimoniano i passaggi dei verbali) lo stesso a favore del Partito democratico in altra circoscrizione provinciale.

Per applicare correttamente la legge, la sottrazione dei seggi del premio attribuiti alla circoscrizione di Roma a beneficio delle province rimaste scoperte deve avvenire all’interno dello stesso partito e non a danno degli altri partiti. In altri termini, prima si attribuiscono i seggi sulla base della consistenza del risultato elettorale delle liste, successivamente si riequilibrano i seggi all'interno di ciascuna lista sulla base del principio di rappresentanza territoriale, che non può e non deve essere utilizzato per manipolare surrettiziamente il risultato elettorale delle liste stesse.

L'effetto distorsivo dell'applicazione della legge fatta dall'Ufficio elettorale regionale è lampante e va contro sia la lettera della legge sia diversi principi costituzionali affermati in più sentenze della Consulta in materia. Per questo confido che il giudice amministrativo potrà ristabilire, anche con un’interpretazione conforme a Costituzione, la volontà degli elettori e la conseguente rappresentanza.

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